giovedì 16 novembre 2017

corsi di aggiornamento

Come ogni anno scolastico nei giorni di settembre si parla di corsi di aggiornamento: occasioni per trovare nuove idee, conoscere nuovi giochi, esercizi, anche sport; ritrovare colleghi.
In modo particolare quest'anno il corso ha rappresentato un "ritorno a casa"; per me ferrarese prestato alle scuole della provincia di Modena il frequentare l'aggiornamento del Centro Studi Educazione Fisica di Ferrara ha voluto dire una "valanga" di ricordi: del giovane insegnante appena diplomato e abilitato, ma anche della figura di mio padre che questo Centro Studi con tanti suoi colleghi e amici ha contribuito a far nascere.
Bella esperienza. magari ricaduta didattica (bella parola eh?) un po' scarsina, ma bella esperienza. la più rilassante e divertente in assoluto la mattinata al Golf Club di Ferrara.
Lascio parlare foto e filmati

















lunedì 12 giugno 2017

altrove

Spesso viaggiando in auto mi capita di ascoltare alla radio i bollettini meteo; quasi sempre d'inverno parlano di nebbie, foschie in Val Padana, ma concludono sempre con "tempo soleggiato (e magari "neve sulle piste da sci") altrove".
Altrove è la località che avrei voluto scrivere come destinazione nelle domande di trasferimento i primi anni, di scuola. Altrove è dove avrei voluto andare come commissario esterno agli esami di maturità.
Altrove, come dico talvolta ai miei studenti, altrove è una località in provincia di Trento, con tanto sole, cielo azzurro e, perchè no, in inverno... neve farinosa sulle piste da sci.







venerdì 9 giugno 2017

L'arte italica dell'arrangiarsi: abbiamo lavorato ed insegnato persino nelle tende



Una battuta di Woody Allen (che non condivido e neanche mi fa ridere: son figlio di insegnante e ne sono fiero) afferma che "chi non sa fare nulla, insegna; chi non sa insegnare, insegna ginnastica".
Come forse ho già detto invece, forse qui (o altrove) ho avuto la fortuna di incontrare tanti bravi insegnanti e fra i colleghi di Educazione Fisica (che bel nome) se possibile ancora di più. Anche adesso mi trovo fra colleghi che sono colossi di bravura ed esperienza fra i meno giovani, ed entusiasmo e bravura tra i giovani.
Tutti però, ma di più i vecchi, abbiamo dovuto fare i conti spesso con l'inadeguatezza delle strutture (le palestre/cinema per fare un esempio) per insegnare questa benedetta Educazione Fisica, la scarsità di attrezzi. E quindi ecco che nascevano "gli attrezzi fortuna e fantasia" e l'attività lungo i corridoi o nelle famigerate "aule magne" o "aule disegno".
Però quello di insegnare in un tendone da circo o in una tenda Ferrino non me lo sarei proprio aspettato.
20 maggio 2012: scossa di terremoto a Finale Emilia e Bondeno, i  miei paesi.
Quello che non fece la prima scossa... la palestra del nostro Liceo Morandi che era diventata rifugio per i primi sfollati (con la prof.ssa, chiedo scusa la Prof.ssa Elisa Borsari ed alcune ragazze dell'allora 3B a prodigarsi come volontarie) il 29 maggio venne dichiarata inagibile.
E così dopo gli scrutini ed il Collegio Docenti d'addio della Preside Pedarzini ("ognuno si porti la sedia da casa" diceva la convocazione) sotto la tettoia portabiciclette, l'inizio delle lezioni.... in tenda, per i più fortunati in albergo. 

LA NOSTRA SCUOLA
SALA INSEGNANTI - 1


SALA INSEGNANTI - 2
SALA INSEGNANTI - 3


SCRUTINI

LA CLARA - SI RIPARTE!!!
COLLEGIO DOCENTI - "Ognuno si porti la sedia da casa...."

Sembra un chiosco di piadine, ma E' IL CENTRO OPERATIVO del MORANDI in quei giorni
Un grazie a tutto il personale che ha lavorato quei giorni estivi in quelle strutture metalliche

Se però piove.....


NEI CAMPI DA CALCIO SORGONO LE TENDOPOLI
LA NOSTRA PALESTRA!!!!!
Ed ecco il primo giorno di lezione, arrivo con Franco (il mio collega) vedo i mezzi della Rai, gli dico "va avanti tu Franco che io parcheggio..." 
PRIMO GIORNO DI LEZIONE - IL TENDONE DA CIRCO e RAIUNO

TENDA NEL PARCO del CALVI per LA CLASSE 2T








TENDA per LEZIONE (ACQUISTATE SCACCHIERE),
MA CI ABBIAMO SVOLTO ANCHE GLI ESAMI DI RIPARAZIONE





TENDA-CHIESA IN VIA SEMINARIO a FINALE EMILIA
UTILIZZATA PER LEZIONI E PER I COLLEGI DOCENTI



CAMPO a FINALE EMILIA
(notare sullo sfondo i muovi protagonisti del nostro paesaggio: CAMPER e ROULOTTE)

TENDA AL CAMPO di FINALE EMILIA
TENDA AL CAMPO, CONDIVISA CON LA SCUOLA PRIMARIA.
QUESTA TENDA ACCOGLIEVA TRE CLASSI IN CONTEMPORANEA DEL LICEO
(un plauso ai ragazzi e ai prof che hanno comunque sempre fatto lezione)

LE CLASSI PIU' FORTUNATE ERANO OSPITATE IN ALBERGO E PER LE LEZIONI DI ED. FISICA (ALTERNANDOSI CON LE CLASSI DELL'ISTITUTO CALVI) ALL'HANGAR 32 (GRAZIE A EDOARDO E TERESA
DUE SPLENDIDE PERSONE E BRAVI PROFESSIONISTI)
GLI MPS - GLI EMME CHE'?
I MODULI PREFABBRICATI SCOLASTICI
(UNA BELLISSIMA ESPERIENZA DI VITA E DIDATTICA)





DONARE UN SORRISO AI PICCOLI



DiscorsoDirigenteInaugurazioneMPS






Discorso Enrico MPS








domenica 23 aprile 2017

ultima notizia

sabato 22 aprile, lezione alla Palestra Hangar32, i ragazzi corrono sui tapis roulant, muovono pesi, lavorano davanti agli schermi che trasmettono musica e notizie. Io mi muovo qua e là controllando in particolare chi solleva i bilancieri, ad un certo momento la mia attenzione è catturata da un' ultima notizia che scorre sui monitor "E' morto il ciclista Michele Scarponi".

Penso a Manu, mio figlio, che è negli Stati Uniti, tifoso di ciclismo; là è notte, poi non voglio essere io a dargli questa notizia. Mi ricordo ancora la mattina del 5 giugno 1999, mentre lo aspetto davanti alla scuola, il suo ultimo giorno di elementari.....

Lo impara lo stesso, come prima notizia, queste le sue righe
La fatica non manca, fa parte del gioco, ma nonostante il peso del mezzo, nessuna collina è ancora riuscita a piegarmi. E per quanto solitaria sia l’avventura, c’è sempre qualche incontro a ravvivare la giornata: qualche raro collega, anche lui all’avventura, gli operosi residenti al lavoro nei campi o in giardino, gli automobilisti che salutano con un cenno del capo, o semplicemente uno scoiattolo che fugge dalla strada per mettersi al sicuro sul ciglio. E nulla si può dire sulla cordialità del popolo americano: di quelli che mi hanno visto piombare nella loro proprietà, o fermarsi davanti a casa per chiedere un’informazione, nessuno (finora) mi ha preso a fucilate. Perfino una coppia di probabili Trumpiani, trovati in una fattoria dimenticata da Dio, mi ha cordialmente indicato la retta via, seppure con un accento quasi inaccessibile.
Miracoli della bicicletta. Peccato che arrivi, prima o poi, il momento in cui un camion o un fuoristrada ti sfreccino accanto, ricordandoti quale sia l’altra faccia della medaglia. D’altronde, la maggior parte degli automobilisti americani forse considera i ciclisti una sorta di bestia rara. E allora, se mai l’avessimo dimenticato, in un attimo torna in mente quale sia la condizione di un ciclista, appeso a una ruota sottile, a un equilibrio precario, a un battito d’ali. Impegnato in un continuo dondolarsi, correre, scivolare, aggrapparsi a quella meravigliosa ragnatela che si chiama vita, pronta a spezzarsi da un momento all’altro. Come tutti i comuni mortali, solo su un filo più leggero e sottile. Che in giorni come oggi sembra ancora più fragile. Ciao, Michele Scarponi. Guardaci pedalare da lassù!
(sì lo so, è molto più bravo di me a scrivere, veramente anche in bici).

Voglio riportare anche la lettera di Davide Cassani, il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo, ma soprattutto una grande persona, oltre che, ai suoi tempi, un bravo corridore.
"Ieri. Non una vita fa, non anni, neanche mesi. Un giorno. È passato un giorno, anzi meno, 21 ore. Sono al Tour of the Alps con la nazionale. Ho l'ammiraglia numero 8, davanti a me i tedeschi della Bora e dietro l'Androni. La fuga ha preso il largo e, come spesso accade, il gruppo rallenta e diversi corridori si fermano a bordo strada. Ho il finestrino abbassato anche perché, finalmente, la temperatura ha ripreso a rialzarsi dopo qualche giorno di freddo quasi invernale. Assorto nei miei pensieri, attento alle comunicazioni di radio corsa, sento una mano attaccarsi alla portiera della mia macchina. Giro lo sguardo ma prima di avere il tempo di aprire bocca per salutarlo mi incalza: "Allora Cassa, ma quanto devo correre ancora?" La mia risposta è immediata: "Ascoltami Scarpa, il prossimo anno, a Innsbruck abbiamo un Mondiale durissimo, ho bisogno di un corridore come te. Almeno almeno devi correre fino al prossimo anno, poi decidi tu. Ok?" Michele mi risponde con un sorriso, ed è normale perché lui, il sorriso, ce l'ha stampato sul viso. Anzi no, lui ci prova a fare il serio ma non ci riesce. Lo dice sempre.  Sono 300 metri che è attaccato alla mia ammiraglia, ha voglia di parlare, è felice. Ha molti motivi per esserlo. Il primo? Ha vinto una corsa dopo 4 anni di digiuno, da quel giorno di settembre del 2013 quando, già convocato da Ballerini per il Mondiale di Firenze, si impose al GP Costa degli Etruschi a Donoratico.
Il secondo? Avere dedicato la vittoria ai suoi due bambini, Giacomo e Tommaso. Hanno 5 anni i suoi due gemellini ed essendo nati nel 2012 non avevano mai visto il loro papà vincere una corsa. Li adorava. Il terzo? Un Giro d'Italia alle porte, da correre nelle ritrovate vesti di capitano per merito di un Fabio Aru, costretto a restare a casa per colpa di una brutta caduta. E di motivi, Michele, per essere felice ne avrà sicuramente tanti altri perché è ottimismo fatta persona. 
E come corridore? Esemplare. Ho detto di questo periodo senza vittorie ma non perché Michele fosse calato, ma per il semplice fatto che dal 2014 ha cominciato a lavorare per gli altri. Risoul 2016, penultima tappa alpina del Giro d' Italia. Michele è in fuga con il belga Monfort. Cosa fa? Si ferma. Mette piede a terra per aspettare il suo capitano che nel frattempo ha staccato quasi tutti gli avversari più diretti, a cominciare dalla maglia rosa Kruijswijk (caduto) e Valverde. È proprio il lavoro di Scarponi che permette al siciliano di avvicinarsi alla maglia rosa che verrà conquistata il giorno dopo, sempre grazie ad un Michele straordinario. Io ci provo ma non riesco a scrivere al passato. Vorrei tornare indietro di qualche ora, magari allungare di un giorno il Tour of the Alps o nascondere la bicicletta a Michele in modo che non esca questa mattina in bici. Ma non posso. Da questa mattina quando parlerò di Michele dovrò usare il passato, ma ogni volta che penserò a lui lo vedrò li, di fianco alla mia ammiraglia, a chiedermi per quarto tempo dovrà correre ancora".
la sua ultima vittoria - 17 aprile 2017 - Tour of the Alps



Il post-scriptum è doverosamente dedicato ad Alejandro Valverde, un ciclista da me e Manu spesso criticato per le sue condotte di gara opportuniste, ma che oggi ha voluto ricordare Michele dedicandogli la sua quarta "Doyenne" la Liegi-Bastogne-Liegi, e devolvendo alla famiglia di Scarponi i premi dell'odierna vittoria, "chapeau" Alejandro!


martedì 21 marzo 2017

seuls comptent l'homme et son courage

un altro omaggio a Marco, a cui devo la frase che fa da sottotitolo a questo blog; in salita niente altro conta che l'uomo e il suo coraggio.
Nelle varie salite che ho affrontato assieme a Manu, mio figlio, "pantaniano", ma anche tifoso del Diablo (Claudio Chiappucci), abbiamo incontrato tantissime scritte sull'asfalto in ricordo di Pantani, ed anche diversi monumenti in ricordo delle sue imprese. Posto qui alcune foto, difficile dire le più belle perché tutte le salite  ti danno questa occasione di misurarti con te stesso.
Salendo con la bici, nel momento in cui la crisi è più grande,  ripeto spesso questo frase: una salita in qualche punto dice sempre la verità. Mi piace dirlo, non solo perché è proprio così, ma perché è una citazione, ri-aggiustata, di una bellissima frase dello zio Hem; in "Isole nella corrente", come non consigliarne la lettura!!!, Hemingway scrive: "una spiaggia dice molte bugie, ma in qualche punto ha sempre scritto la verità".
salita al Passo Fedaia, dopo Capanna Bill

il Cippo

il Cippo

Cesenatico

in vetta al Fauniera

Les Deux Alpes



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